Gli esseri umani secondo Gurdjieff
“Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei”.
(Oracolo di Delfi)
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Pëtr Dem’janovič Ouspensky (Mosca, 1878, Lyne Place, 1947) fu l’allievo preferito di Georges Ivanovič Gurdjieff (Alexandrpol, 1872 – Neuilly, 1949), mistico armeno la cui conoscenza, tramandata attraverso gli scritti del suo pupillo, è parte integrante di molti metodi di lavoro su di sé.
Tra le tantissime informazioni che Ouspensky ci ha fatto pervenire, soprattutto attraverso i suoi “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” e la “La quarta via”, c’è sicuramente la suddivisione che Gurdjieff fece dell’uomo, usando la numerazione da 1 a 7.
Questa suddivisione è ancora molto attuale e ci indica, con precisione, il livello di coscienza e di consapevolezza, raggiunto da ciascun essere umano.
Facciamo una veloce carrellata sui diversi tipi, sui quali ci sarebbe ancora molto da dire.
Numeri 1, 2 e 3
Secondo Gurdjieff, nell’essere umano esistono tre centri (detti anche “corpi”): fisico, emozionale e mentale.
I primi tre tipi umani sono tutti allo stesso livello, anche se il numero è crescente, perché ognuno di loro vive completamente identificato con uno dei suoi tre centri.
Il numero 1 è l’essere umano completamente dedito alla fisicità, al corpo. L’istinto lo domina interamente a scapito di emozioni e pensiero, e il suo apprendimento avviene per imitazione e ripetizione meccanica.
Il numero 2 è completamente identificato con il centro emotivo. Oggi, ci sono nel mondo moltissimi esseri umani di questo tipo: basta stimolare la loro emotività e questi esseri umani sono portati a credere a tutto, come canne al vento, che si muovono in una direzione o nell’altra in base, ad esempio, a quello che i media mostrano loro (in pratica, “se lo dice la TV”, allora va bene). Questo tipo di essere umano conosce solo quello che gli “piace” e non si fa domande sul resto. Odia e ama quello che, dall’esterno, viene presentato ora come amico, ora come nemico, rimanendo completamente in balia degli eventi e delle direttive che arrivano “da fuori”.
Il numero 3 è totalmente identificato col centro mentale inferiore. L’illuminismo ha portato a credere che il cervello fosse l’unico organo preposto alla conoscenza e ha fatto della razionalità la via esclusiva per la conoscenza. L’essere umano che appartiene a questa categoria è completamente identificato con quello che il suo cervello crede e con le sue programmazioni, non è interessato al corpo o all’emotività e il suo sapere si basa sulla conoscenza letterale dei testi. Non ha capacità critica o di lettura del sotto testo e pensa che la razionalità spieghi ogni cosa, arrivando a forzare qualsiasi tipo di fenomeno, pur di renderlo conoscibile dalla mente, inconsapevole del fatto che “la mente mente”. Questo lo porta a cercare di interpretare razionalmente qualsiasi evento, senza mai riuscire a comprenderlo davvero.
È possibile, secondo Gurdjieff, che gli esseri umani passino, in diversi periodi della loro vita o anche all’interno della stessa giornata, da un tipo all’altro tra questi numeri, ma considera questi stadi parigrado.
Perché?
Perché gli esseri umani 1, 2 e 3 sono completamente addormentati. La loro coscienza e l’anima dormono profondamente, anche se all’apparenza sembrano desti. Sono completamente identificati con le loro attività quotidiane e non si ricordano mai di se stessi: in definitiva, questi esseri umani coincidono con la loro personalità (cioè tutto quello che di transitorio hanno costruito in questa vita) e mai con la loro anima (cioè la loro parte permanente).
In “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”, Ouspensky racconta che, grazie agli esercizi sulla presenza e sull’attenzione divisa assegnati da Gurdjieff, iniziò a vedere le persone per strada camminare “con gli occhi chiusi”, in un totale addormentamento. Cioè, vedeva i numeri 1, 2 e 3 esattamente per quello che erano (e che sono): persone che non agiscono, ma “sono agite” da altro e che, quindi, reagiscono semplicemente a stimoli esterni. E lo fanno sempre nello stesso modo, rimanendo meccanicamente fedeli a se stessi. I primi tre numeri, che su questo pianeta sono la maggioranza, sono automi e non ne hanno percezione, perché sempre rivolti all’esterno e mai all’interno di loro stessi.
Inoltre, questi numeri sono esclusivamente concentrati su di loro e non hanno compassione (dal greco συμπἀθεια, sym patheia/“simpatia”, cioè capacità di provare emozioni con e verso gli altri) per il prossimo.
I numeri 4
I numeri 4 sono tutte quelle persone che si stanno risvegliando e che percepiscono che oltre alla razionalità ci sono altri modi di conoscenza e che sentono che i loro centri non sono solo tre, ma che c’è dell’altro. Intuiscono (gran bella capacità) di avere un’anima, anche se non sono ancora in grado di identificarvisi completamente, e che quest’anima è ben diversa dalla personalità che hanno costruito durante questa incarnazione. Questi essere umani hanno iniziato a costruire un “centro di gravità permanente” (come cantava Battiato, grande studioso di Gurdjieff), con idee proprie che non dipendono dagli altri, e hanno cominciato a equilibrare i tre centri (fisico, emotivo e mentale), perché hanno capito che l’unica via per l’evoluzione interiore è l’equilibrio: per questo, hanno iniziato a spostare la loro attenzione dall’esterno all’interno di loro. Il numero 4 apprende in maniera diversa dai primi tre e rappresenta, in definitiva, una vera e propria specie diversa da loro. Lavora costantemente su di sé (o, almeno, ci prova, perché il percorso non è facile), sull’attenzione divisa e sul ricordo di sé e comincia a vedere la realtà per ciò che è, oltre il velo di Maya, iniziando a spostare la propria attenzione anche da sé agli altri, aiutandoli.
Tuttavia, quando il numero 4 comincia a evolvere in questo modo, possono esserci delle insidie, rappresentate ad esempio dal giudizio verso chi ancora dorme, con lo scherno nei suoi confronti, o dall’alterigia per aver raggiunto un grado di evoluzione interiore superiore.
Il numero 4 si trova a uno stadio molto importante, che sancisce una cesura decisamente profonda rispetto alla maggioranza, e sta tornando verso l’Unità, dopo aver sperimentato la Dualità, ma deve fare molta attenzione a non perdersi lungo il tragitto, perché il suo è uno stadio transitorio, al quale non bisogna fermarsi.
La strada è ancora lunga…
I numeri 5
Qui, parliamo di persone illuminate, che hanno fatto dell’intuizione il loro metodo di conoscenza, che hanno saputo sospendere il giudizio, che sono in continuo ascolto di Dio e dell’Universo. La personalità è in secondo piano, perché a loro interessa compiere la loro missione divina ed essere guidati dall’anima verso questo obiettivo. Grandi artisti, scienziati, musicisti, filosofi sono e sono stati numeri 5, e hanno aiutato l’umanità nella sua evoluzione, spesso generando bellezza.
I numeri 6 e 7
Difficilissimi da incontrare, i numeri 6 e 7, che tra loro sono molto simili, hanno raggiunto il massimo grado di consapevolezza e sono identificati con la loro anima e con i suoi obiettivi. Non giudicano, non interpretano tutto, sono concentrati sulle loro missioni, che di solito contemplano l’aiuto verso gli altri. Con le loro altissime vibrazioni, fanno evolvere tutto il pianeta. Possiedono tutte le qualità, conoscono e seguono le leggi dell’Universo. La conoscenza di questi esseri umani è perfetta e arriva dall’Universo stesso.
Conclusioni
Come dicevamo, non è difficile, in questo periodo storico di fine Kali Yuga, vedere intorno a sé molti numeri 1, 2 e 3, ma anche diversi 4 e 5 che stanno guidando l’evoluzione e il cambiamento.
Ci sarebbe ancora moltissimo da dire, ma è importante comprendere che l’evoluzione è sempre possibile: bisogna lasciarsi guidare dall’alto a lavorare su di sé. Si possono utilizzare la quarta via di Gurdjieff, le discipline olistiche (come il Theta Healing® e altre interessantissime tecniche), la ricerca alchemica e molto altro: l’importante è non fermarsi mai per essere preparati alle ultime fasi del passaggio tra l’Era dei Pesci e quella dell’Acquario! Senza dimenticare che la conoscenza è già dentro ognuno di noi e che va tirata fuori, esattamente come facevano Socrate con la Maieutica o Michelangelo, che liberava le sue sue sculture dall’eccesso di marmo (chissà che numeri erano?).